C'era una volta una grande montagna circondata dal mare, che fu chiamata dagli abitanti del posto "El Cheide". La vita trascorreva serena in quell'isola, baciata dal Sole e accarezzata dai venti. Gli indigeni però non sapevano che negli antri oscuri e profondi del Cheide viveva Guyota, il diavolo. Un brutto giorno, Guyota decise di uscire dalla sua tana. Si arrampicò verso l'alto, sempre più su, finchè non emerse all'aperto. Quello che vide lo stupì: tutto attorno l'oceano blu luccicava come una pietra preziosa. Alzò lo sguardo per capire da dove provenisse la fonte di luce. Vide, fluttuante nel cielo azzurro, il Sole e, colmo di invidia, lo rubò. Lo portò con sè all'interno del Cheide e nessuno eccetto lui avrebbe più potuto godere della luce e del calore. Gli indigeni, disperati, andarono da Chaman, il dio del cielo e lo supplicarono di aiutarli. Chaman ascoltò le loro preghiere: si calò nelle profondità del Cheide e iniziò una lotta furibonda con Guyota. Per giorni e giorni si sentì la terra tremare e rocce infuocate schizzarono fuori dalla montagna, finchè un mattino gli abitanti seppero che Chaman aveva vinto la battaglia: il Sole splendeva di nuovo sopra l'isola. Per punire il comportamento malvagio del diavolo, Chaman tappò il Cheide con una roccia, condannando Guyota a rimanere rinchiuso per sempre.
Il Pico del Teide visto da Puerto de la Cruz |
"Cheide" è il nome che i Guanche, i nativi delle isole Canarie sterminati dai conquistatori spagnoli, davano al vulcano di Tenerife, oggi chiamato Teide. La prima cosa che attira lo sguardo, quando l'aereo inizia ad atterrare sull'isola, non sono le coste frastagliate e il verde acqua dell'oceano ma proprio il poderoso vulcano.
Il Pico del Teide |
Prima della partenza avevo fatto qualche ricerca sulle attrazioni del posto, concentrandomi sulle spiagge famose e sulle località balneari più ricercate. Tenerife però non è i Caraibi. Non è solo un posto per rilassarsi sotto il sole di giorno e per andare in discoteca di notte, nonostante sia pubblicizzata soprattutto per questo. Mentre sfogliavo guide e scorrevo pagine internet, mi sono resa conto che una gita sul Teide è da organizzare se si vuole cogliere lo spirito del posto, oltre ad essere un'esperienza unica (non è poi così facile trovare vulcani in giro).
...Era un mattino frizzantino a Puerto de la Cruz. Mi stavo abbuffando a colazione e ancora non sapevo quello che mi aspettava. Di lì a poco uno sgangherato Guagua (= autobus) mi avrebbe portata al parco del Teide. Da zero a 2500 metri di altitudine su per strade strette, ripide e piene di buche, schivando biciclette che arrancavano su per il pendio. Non ho mai temuto per la vita di così tanti ciclisti come durante quel tragitto.
Prima di raccontarvi i dettagli della gita al Pico del Teide, lasciate che vi presenti qualche fatto. Il parco del Teide è una delle riserve protette della Spagna. E' l'habitat di specie rarissime, che vivono unicamente a Tenerife: sono il risultato di una speciale selezione naturale che è avvenuta nel corso di millenni grazie all'isolamento di cui ha goduto l'isola. Il Teide è uno dei 2 vulcani spagnoli (il secondo si trova sempre alle Canarie) e anche, con la sua altezza massima di 3718 metri, la montagna più alta dello stato.
Ed ora torniamo al Guagua. Passati paesetti e bananeti, il paesaggio ha iniziato a cambiare in boschi di pini autoctoni, speciali perchè resistenti al fuoco. Lungo la strada erano visibili strane formazioni di magma solidificato e spesso si scorgevano le indicazioni per l'inizio di un sentiero. Nel parco nazionale del Teide, infatti, ci sono moltissime possibilità per fare escursioni, vie ferrate e arrampicata sportiva.
Dopo aver corso e sobbalzato per circa due ore, il Guagua mi ha portata infine in un posto marziano. L'aspetto vulcanico vero e proprio si rivela solo passata quota 2000. La terra è rosso ferroso, verde magnesico e giallo zolfico. La distesa è brulla ma non priva di vegetazione. Ci sono cespugli di fiori profumati e gli scheletri secchi della viperina di Tenerife si stagliano qua e là.
Gli ultimi 1000 metri di percorso li ho fatti in 8 minuti con la funivia ("Teleferico del Teide") che avevo prenotato online qualche settimana prima. Già all'arrivo, a circa 3500 metri, sono rimasta colpita dalla vista sull'isola. C'era la possibilità di scegliere tra 2 brevi sentieri panoramici, ma io avevo il permesso speciale del parco nazionale per salire in cima al Pico del Teide. Un funzionario del parco, una volta controllata la mia identità, mi ha lasciata passare attraverso il cancello. Mi sono serviti 40 minuti per percorrere gli ultimi 200 metri di dislivello su un sentiero molto ripido ricavato da una vecchia colata di lava solidificata. La mia attenzione è stata attratta quasi subito da piccoli cumuli di neve ai lati, rimasti là come a ricordare ai turisti che, anche ai tropici, a quelle altitudini il tempo è mutevole.
Il punto più elevato si raggiungeva attraverso uno stretto passaggio sulle rocce. Mi sono affrettata su quel tratto, nonostante fossi in bilico sulle rocce, perchè il vento alzava una polvere che ti entrava nelle narici e puzzava di zolfo.
Il panorama di cui si godeva dalla montagna più alta di Spagna ha ripagato la fatica fatta per salire in cima sotto il sole cocente. Il bel tempo (non sempre garantito, spesso il Pico del Teide è circondato dalle nuvole) mi ha permesso di scorgere a est l'isola di Gran Canaria e ad ovest El Hierro, La Palma e La Gomera. Lanzarote e Fuerteventura erano coperte da nuvole basse sull'orizzonte.
Tornata giù con la funivia, ho deciso di proseguire verso il centro visitatori El Portillo a piedi, per godere più a lungo del paesaggio alieno. Una viperina in fiore ha segnato il mio punto di partenza. Ogni 2-3 chilometri era possible trovare punti di interesse (ad esempio formazioni vulcaniche) ben segnalati e con cartelli ricchi di spiegazioni.
Ed ero talmente assorta e interessata da ciò che mi circondava che ho quasi perso il Guagua di ritorno.. sarebbe stato un bel problema! Infatti, l'autobus viaggia nel parco del Teide solo 2 volte al giorno, una al mattino per l'andata e una alla sera per il ritorno. Un po' scomodo, ma fondamentale se si vogliono preservare ecosistemi delicati e unici al mondo come quello che si trova sul vulcano del Teide.
...Era un mattino frizzantino a Puerto de la Cruz. Mi stavo abbuffando a colazione e ancora non sapevo quello che mi aspettava. Di lì a poco uno sgangherato Guagua (= autobus) mi avrebbe portata al parco del Teide. Da zero a 2500 metri di altitudine su per strade strette, ripide e piene di buche, schivando biciclette che arrancavano su per il pendio. Non ho mai temuto per la vita di così tanti ciclisti come durante quel tragitto.
Prima di raccontarvi i dettagli della gita al Pico del Teide, lasciate che vi presenti qualche fatto. Il parco del Teide è una delle riserve protette della Spagna. E' l'habitat di specie rarissime, che vivono unicamente a Tenerife: sono il risultato di una speciale selezione naturale che è avvenuta nel corso di millenni grazie all'isolamento di cui ha goduto l'isola. Il Teide è uno dei 2 vulcani spagnoli (il secondo si trova sempre alle Canarie) e anche, con la sua altezza massima di 3718 metri, la montagna più alta dello stato.
L'inizio del sentiero per arrivare in cima |
Dopo aver corso e sobbalzato per circa due ore, il Guagua mi ha portata infine in un posto marziano. L'aspetto vulcanico vero e proprio si rivela solo passata quota 2000. La terra è rosso ferroso, verde magnesico e giallo zolfico. La distesa è brulla ma non priva di vegetazione. Ci sono cespugli di fiori profumati e gli scheletri secchi della viperina di Tenerife si stagliano qua e là.
Gli ultimi 1000 metri di percorso li ho fatti in 8 minuti con la funivia ("Teleferico del Teide") che avevo prenotato online qualche settimana prima. Già all'arrivo, a circa 3500 metri, sono rimasta colpita dalla vista sull'isola. C'era la possibilità di scegliere tra 2 brevi sentieri panoramici, ma io avevo il permesso speciale del parco nazionale per salire in cima al Pico del Teide. Un funzionario del parco, una volta controllata la mia identità, mi ha lasciata passare attraverso il cancello. Mi sono serviti 40 minuti per percorrere gli ultimi 200 metri di dislivello su un sentiero molto ripido ricavato da una vecchia colata di lava solidificata. La mia attenzione è stata attratta quasi subito da piccoli cumuli di neve ai lati, rimasti là come a ricordare ai turisti che, anche ai tropici, a quelle altitudini il tempo è mutevole.
Il punto più elevato si raggiungeva attraverso uno stretto passaggio sulle rocce. Mi sono affrettata su quel tratto, nonostante fossi in bilico sulle rocce, perchè il vento alzava una polvere che ti entrava nelle narici e puzzava di zolfo.
Il sentiero |
Tornata giù con la funivia, ho deciso di proseguire verso il centro visitatori El Portillo a piedi, per godere più a lungo del paesaggio alieno. Una viperina in fiore ha segnato il mio punto di partenza. Ogni 2-3 chilometri era possible trovare punti di interesse (ad esempio formazioni vulcaniche) ben segnalati e con cartelli ricchi di spiegazioni.
La viperina di Tenerife |
Ed ero talmente assorta e interessata da ciò che mi circondava che ho quasi perso il Guagua di ritorno.. sarebbe stato un bel problema! Infatti, l'autobus viaggia nel parco del Teide solo 2 volte al giorno, una al mattino per l'andata e una alla sera per il ritorno. Un po' scomodo, ma fondamentale se si vogliono preservare ecosistemi delicati e unici al mondo come quello che si trova sul vulcano del Teide.
Qualche informazione pratica
Prima della partenza, conviene prenotare sia il biglietto per la funivia, sia il permesso (gratuito) per salire in cima al Pico del Teide:
In alternativa, a Tenerife diverse agenzie turistiche offrono tour in giornata che di solito comprendono perlomeno la salita in funivia.